martedì 28 febbraio 2017

Laurent Benaim


1 Marzo 2017 -  13 SLT - 22 ora italiana a SADIANA ART GALLERY

Laurent Benaim, fotografo francese (1965) lavora da anni nel tentativo di inseguire quei momenti in cui tutte le barriere, le regole e la logica sembrano crollare sotto la spinta dell’orgasmo.
Sedotto dal fascino della sessualità in tutte le sue più disparate forme e di quel continuo movimento verso la realizzazione delle fantasie ed essa collegate, Benaim invita a giocare sul suo “palco” persone di vita reale senza badare a criteri estetici o stereotipi mostrando nuda la verità di quei momenti.
Come egli stesso afferma: “Faccio immagini e lascio al pubblico la scelta se desidera vederle come arte o come pornografia.”
Benaim usa la tecnica della fotografia a gomma bicromata una tecnica tipicamente ottocentesca.
Si tratta di un procedimento a contatto in cui il negativo viene impresso su un foglio di carta da acquarello su cui è stesa una miscela di gomma arabica.
Questa tecnica pone le immagini di Benaim fuori dal tempo in una dimensione che posso definire “del ricordo” come se quei momenti riaffiorassero da una sorta di memoria collettiva una sorta di memoria universale, qualcosa che in fondo appartiene a tutti.


Laurent Benaim, French photographer (1965) has been working for years trying to chase those moments when all barriers, rules and logic seem to crumble under the pressure of the orgasm.
Seduced by the glamour of sexuality, in all its different shapes and the move towards the realization of fantasies and its associates , Benaim invites to play on his "stage" people of the real life regardless of their beauty or stereotypes by showing naked truth of those moments.
As he himself says: "I do images and leave the choice to the public if want to see them as art or pornography."
Benaim uses a technique of gum bichromate photography a typical nineteenth-century technique.
It is a contact method in which the negative is imprinted on a sheet of paper for watercolor on which is stretched a mixture of gum arabic.
This technique puts the Benaim images out of time in a dimension that I can define "memories" as if those moments resurface by a kind of collective memory, a kind of universal memory, something that basically belongs to everyone.