Oblio


La strada mi condusse dinnanzi ad un antico pozzo di pietra.
Esso mi chiese con voce profonda chi fossi.
Non seppi rispondere.
Fece la stessa domanda più volte con pazienza e con calma solenne.
Ma non seppi, mai, rispondere.
Tentai di fuggire, di ritornare sui miei passi ma la strada era scomparsa.
Allora mi sporsi in quel misterioso cerchio e urlai 

 
- Guarda tutto il mio orrore e capirai chi sono !

 
Il pozzo rispose con la mia voce 

 
- Il tuo orrore è tuo, tienitelo per te, a me non interessa.

 
Lanciai ancora nel pozzo le mie suppliche i miei lamenti le mie lacrime,
ma esso non rimandava più alcun suono, neanche più l’ eco della mia voce.
La luna si fece piccola stringendosi tra le nubi e fu risucchiata dalla notte nera.

xNerinax



 “Non bisogna opporre resistenza né fuggire dal problema ma entrare in esso, fare parte di esso, usarlo come elemento di liberazione.” 

Alejandro Jodorowsky

Vedi cara Nera, ci sono tanti pozzi e non è detto che tutti parlino. Alcuni spesso sono talmente silenziosi che possono fare paura, ma la strada se tu la cerchi bene non scomparirà mai. Ed è una strada che solo tu puoi percorrere con serietà e costanza , pensando meno alle tue "voglie"  e di più a chi ti può dire come non inciampare. Non giocare mai con sentimenti, paziemza e serietà altrui e solo con questo resterai sempre dritta nella tua strada. Buona passeggiata. - Alexia 


Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta
Perchè dalle loro parole non diramarono fulmini
Non se ne vanno docili in quella buona notte,
I probi, con l’ultima onda, gridando quanto splendide
Le loro deboli gesta danzerebbero in una verde baia,
S’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.
Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono,
Troppo tardi imparando d’averne afflitto il cammino,
Non se ne vanno docili in quella buona notte.
Gli austeri, prossimi alla morte, con cieca vista accorgendosi
Che occhi spenti potevano brillare come meteore e gioire,
S’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.
E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi,
Benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.”
(Dylan Thomas)

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